Dukkha, una condizione di sofferenza difficile da sopportare, ridondante come una marcia e ipnotica come un disco che gira: X-energy Records, trentamila copie.
Walter ai rave, alle feste, in radio.
Walter che parte, va a suonare in Europa, vuole vedere se quelle città sono più belle di Roma, noi che andiamo con lui, con la sua musica, oltre la Tangenziale Est, fuori dal Grande Raccordo Anulare.
Noi siamo Roma. Roma rave mundi.
Walter al Quasar, Ellera di Corciano. Lui sopra e noi sotto, in più di cinquemila, come un cazzo di esercito.
“Who is ombrellaro”: affamati scavalchiamo, lui saltella con Aphex Twin e attorno i cavi, i giradischi, le casse. Walter che fotte con due Casio FZ1 e una Roland DJ 70.
Al Mattatoio, un sorriso gigante che troneggia dall’alto della consolle e prega che piova, così tutti entreranno ad ascoltare la sua musica. Boom boom.
Walter con la Roland Alpha Juno-1 nel garage davanti alla ferrovia, e mentre passeggiamo sulla Tiburtina.
Walter, la sua famiglia e l’ospedale. Lo stato che continua a ucciderci. I BPM che rallentano a Roma est e conducono dritti al graffito di Casal Bruciato.
È ancora lì, lo ritrae sorridente, gli dice che non lo dimenticheremo mai.
Walter e la chiesa di Santa Maria Consolatrice. Non piove eppure siamo tutti dentro, vogliamo ascoltare quel silenzio, quella mancanza di suono, una condizione di sofferenza difficile da sopportare. Dukkha
A Walter One (Walter Severini, DJ e producer, Roma, 1973 – Roma, 2013)