Ossea

Ossea

C’è osso sotto la carne, ma la carne è più che labile, è diventata quasi del tutto trasparente, e lui lo sa.
La carne è immagine, filtro. Filtri e immagini vanno a braccetto: mai, mai si raggiunge l’integrità della corrispondenza, l’allineamento tra le costellazioni che si vedono da lontano e le architetture che si possono toccare con mano; come tra stelle e piramidi.
Il tempo investito non è ricompensato. La frustrazione ingrossa le vene, quelle del collo. Rarefa l’aria già rarefatta. Non è un’immersione ma una sospensione, a migliaia di metri d’altezza; ossigeno scarso. Quelle foto, quei video, sono sogni pomeridiani, intensi e brevi.
Lui desidera esserne parte. Sente di poter esserne parte. Un arricchimento d’uranio verso detonazioni inimmaginabili. Ma che lui, nei giorni più intensi, riesce difatti a immaginare.
È così, un insieme dinamico di pezzi di dolori raccolti nel cammino, lei. Mani di, occhi come, sorriso tale e quale, bocca rubata, passioni sovrapponibili a, e a, e a, e a… Un puzzle che racconta la storia delle storie che racconta, insieme e pezzo a pezzo, brano a brano, la sua sfortunata parabola sentimentale. È così.
Ma bisogna dare seguito alla scoperta. Forare le ossa e passare fili di ferro nei buchi per attaccarci una carne viva e condivisa che va rigenerata, ricostruita, rifibrata, resa di nuovo vera, tangibile: il nido dove dormire accanto alle uova dei desideri, nella paglia dorata, sull’albero più alto, tra gli artigli dell’amore più puro. Lui lo sa. E lo vuole. Più di ogni altra cosa.
Sarà l’inizio della fine di ogni altro inizio, verso la fine che è il vero inizio. Dalla sua c’è Dio. Dalla loro c’è l’Eden. Lei deve solo scoprirlo. E lo scoprirà. Prima o poi.
A ogni costo. Con ogni mezzo. Tutto è sacrificabile. E non c’è sacrificio che non sia fatto di carne, bruciata, spolpata fino all’osso. Le antiche culture sono sempre state così, perché dovrebbe essere diverso dopo qualche decade d’ipocrita moralismo?
Sono poche ormai le domande piuttosto semplici a cui lui sa dare una risposta più che immediata. Schietta, carnale. Solida, ossea.
«Se non sarà mia, non sarà di nessun altro.»

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