Vamos a la playa
Featured

Vamos a la playa

È iniziato tutto con un temporale nel deserto, un fatto che può sembrare forse curioso, ma niente di davvero clamoroso. Invece lo scorso sabato 2 settembre un evento meteorologico di solito considerato minore, in un angolo remoto del deserto del Nevada, è in qualche modo diventato una storia da prima pagina per quasi tutti i principali organi di informazione del pianeta.

Una pioggia forte durata mezza giornata ha fatto sì che alcune delle agenzie di stampa più prestigiose del mondo siano finite a mettere in risalto espressioni come “evento apocalittico” o “persone intrappolate”, termini solitamente riservati a eventi di forza maggiore con vittime e dispersi, come terremoti e alluvioni.

Anche nei giorni precedenti il tempo era stato comunque tutt'altro che perfetto, per quanto si trattasse delle classiche tempeste di sabbia che ogni abituale frequentatore del Burning Man ha prima o poi dovuto affrontare. In situazioni del genere non c'è molto da fare se non coprirsi e aspettare che si plachi il vento. Lo stesso vale per un temporale, anche solo per logica.

burning man immagine 2

I burners infatti sapevano che con la pioggia sarebbe bastato comportarsi nel medesimo modo che con le tempeste di sabbia. Certo ci sono stati dei disagi, l'organizzazione ha introdotto un divieto di ingresso a Black Rock City e invitato a ripararsi nel proprio camp senza sprecare cibo e acqua, mentre molti eventi in programma sono stati posticipati o cancellati, ma la maggior parte dei presenti non si è fatta prendere dal panico e ha continuato a divertirsi pur di fronte al tempo avverso.

Quando le condizioni meteo sono migliorate ed è stato possibile muoversi fra i campi nel fango essiccato alla ricerca di un wi-fi funzionante, tutti ci siamo ritrovati con i telefoni intasati da messaggi disperati. Stai bene? Fammi sapere se stai bene. Ho letto le notizie e sono preoccupata per te. Sei sana, sei al sicuro?

Con gli altri, che leggevano messaggi simili, ci siamo guardati stupiti e perplessi. Cos'è questa roba? Cosa sta succedendo? Perché familiari e amici ci domandano se siamo ancora vivi?

All’insaputa della maggior parte dei settantacinquemila presenti i media avevano infatti catastrofizzato la pioggia e il fango, con titoli clickbait che raccontavano di decine di migliaia di persone intrappolate nel deserto senza cibo, acqua, carburante e servizi igienico-sanitari. L'apoteosi è stata la voce incontrollata e ridicola di una epidemia di ebola che si stava diffondendo all'interno della playa, che per non farsi mancare nulla si univa alla mancanza d'acqua, infezioni da scarsa igiene, ipotermia, come se peraltro nessuno fosse mai stato a un festival musicale o anche solo in campeggio.

burning man immagine 3

La verità è che anche se le piogge avevano creato condizioni fangose sulla playa, che per due giorni hanno impedito quasi a chiunque di entrare o uscire da Black Rock City, la maggior parte dei partecipanti non aveva comunque intenzione di abbandonare il festival, anche perché era diffusa la consapevolezza che in fondo sarebbe bastato aspettare.

Alcuni burners di lunga data mi hanno raccontato che la chiusura temporanea della città a causa di temporali, per quanto rara, non era certo una novità assoluta. C'era chi arrivava a ricordare una mezza dozzina di eventi simili, l'unica differenza era che i media internazionali non se ne erano mai interessati prima.

La cosa più importante è che nessuno comunque ha rischiato di rimanere senza cibo o acqua, mentre l'impossibilità di svuotare e pulire i servizi igienici ha senza dubbio creato problemi, ma più o meno tutti si sono ingegnati per risolvere la situazione nel miglior modo possibile.

In ogni caso nessuno si è rintanato nella propria tenda o nel proprio van, ma tutti siamo andati in giro, solo che invece di dirigerci verso il centro della playa alla ricerca dei grandi eventi e delle annunciate esibizioni live, fra sabato e domenica il divertimento è germogliato nelle feste più piccole, quelle che pur un po' fuori contesto potremmo definire "locali".

 burning man immagine 4

Certo, alcuni hanno ignorato gli avvertimenti e dopo qualche ora di temporale hanno cercato di lasciare Black Rock City. Guidando nel fango i loro veicoli sono inevitabilmente rimasti impantanati.

Il fatto è che nel mondo in cui viviamo smartphone e fotocamere sono ormai presenti ovunque. Se una volta il Burning Man era un posto dove vivere una settimana di passione e follia in relativo anonimato, adesso tutto ciò che accade sulla playa è visto in tempo reale ai quattro angoli del globo. Questo purtroppo finisce per attirare anche figure cialtronesche, che poco avrebbero a che spartire con lo spirito originario del festival.

Attori, modelle, influencer, tiktoker e chi più ne ha più ne metta, vengono nel deserto soprattutto per fare foto e video da postare online, per, come si dice, creare dei contenuti. Per questo, a posteriori, molti sono d'accordo nel sostenere che ciò che ha davvero innescato il grande casino mediatico è stata la fuga fin troppo drammatizzata del comico Chris Rock e del dj Diplo, che contro ogni raccomandazione si sono incamminati per diversi chilometri nel fango cercando di lasciare Black Rock City. In preda al panico, col timore che la supposta mancanza di cibo avrebbe presto trasformato i burners in cannibali, hanno reso sui social media una cronaca angosciata (che oggi possiamo definire ridicola) che certo ha influenzato giornalisti e redattori che probabilmente il Burning Man non lo hanno mai visto nemmeno con il binocolo.

 burning man immagine 5

Molto meno virale è stato invece il comportamento di noialtri che eravamo rimasti, che abbiamo semplicemente aspettato che la pioggia smettesse di cadere. Il lunedì è tornato il sole riportando la superficie del deserto a uno stato duro e compatto, perfetto per riprendere a muoversi, così chi doveva partire per magari tornare al lavoro ha potuto farlo senza eccessive difficoltà e soprattutto senza nessuna spettacolarizzazione.

Alla fine si potrebbe dire che niente riesce a unire i partecipanti a un festival come le difficoltà ambientali, e in questa edizione non sono senza dubbio mancate, solo che invece delle classiche polvere e vento, sono state pioggia e fango a prendersi la scena. Eppure le persone sono riuscite comunque a divertirsi e, soprattutto con la superficie della playa compattata abbastanza rapidamente una volta uscito il sole, le cose sono parse tornare normali. Niente di diverso che una settimana caotica e folle in mezzo al deserto, come ogni anno.

 

Related Articles