In "Un dramma borghese" Guido Morselli, camuffando una seduta di mescalina da accesso febbrile, si permette alcune considerazioni riguardo l’influenza del cinema (quale spettacolo di massa) sul delirio (quale piacere privato): certi fenomeni di squisita macroscopia, per dire, sarebbero, secondo l’insuperato scrittore, ricalcati sullo zoom. Ma sarebbe piuttosto vero il contrario: è possibile concepire uno zoom solo grazie a generazioni di assuefatti alla mescalina; una dissolvenza incrociata per il duro lavorio di tanti intossicati dall’etere.