Se voleva l'anonimato Baron Biza ha commesso solo errori: non si toglie il nome ma lo cambia, ne sceglie un altro, passa da quello del padre a quello della madre seguendo il ritmo delle loro separazioni, poi elimina un accento dalla ó – un piccolo sfregio? –, infine si inventa Mario Gageac, e a diventare personaggio c'è solo da perdere; ha un indirizzo, noto alle cronache, calle Esmeralda 1200, quello di una casa dove succede di tutto, e altri di piccoli monolocali dove è costretto a scegliere tra libri e liquori; non muore in fretta ma lascia passare una vita prima di farlo, la lascia correre, come si lasciano correre le impudenze, espiando però quella d'altri per troppo tempo; e, soprattutto, scrive.